Lettori si nasce o si diventa?
Recenti scoperte scientifiche hanno dimostrato che l’embrione nel grembo materno è sensibile ai suoni e ai rumori e che reagisce all’ascolto della voce materna.
La domanda allora è da formulare in modo diverso: ascoltatori si nasce o si diventa?
Anche nei casi di deficit uditivi di grave entità, ciascuno recepisce l’impatto dello onde sonore di chi gli parla.
Voce e parola sono segni così importanti che ci distinguono dagli altri esseri viventi, sono doni che ogni adulto consapevole dovrebbe generosamente elargire ai figli e in genere a tutti i bambini.
Leggere fin dall’inizio
Dal corredino dei neonati spuntano miriadi di deliziosi accessori che sembrano indispensabili: lenzuolini con orsi e conigli, omogenizzatore ultimo modello, succhiotti spaziali, biberon a forma di animali, sterilizzatori tecnologici, vestiti da nanetto e minigonne con le paillettes, carillon con le apine ma… un libro ?
Ancora poche persone pensano a questo indispensabile “oggetto”. Anzi, “oggetti”: uno per il piccolo, uno per mamma e papà.
Un libro per i genitori, un albo illustrato o un maneggevole libretto pieni di ninnananne, filastrocche antiche e nuove, poesie e nenie da leggere fin dal primo giorno.
Parole d’amore e di accoglienza arricchite di immagini tenere per accogliere e cullare in un dolce abbraccio sonoro il nuovo arrivato.
Parole antiche di voce nuova
Parole che rassicurano con la forza evocativa delle rime che sanno di latte, di culla, di abbracci, di sogni e di fate, rime che riportano alla magia dell’infanzia, all’atmosfera sognante della fiaba della buonanotte, al nostro “io” bambino.
“Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano” St.Exupery – Il piccolo principe –
Lasciare che la voce del bambino che è in noi ci parli e ci racconti di noi, non significa regredire allo stadio infantile ma crescere ed evolversi ricercando in sé le proprie radici emotive.
Libri e pannolini
Un libro a chi? Al piccolo analfabeta, al bambolottino sdentato, al cucciolo che strilla, sbava e riempie ben sei pannolini al giorno?
Sì, proprio a lui. Alla “persona” che è e che sarà.
La lettura, anche per un bambino piccolissimo, è incontro, rispetto, incantamento, comunicazione, contatto.
Di certo il bambino non comprende il significato delle parole perché ancora non sa decodificarle ma ne gusta la sonorità, il colore, il ritmo e la voce del genitore, qualunque essa sia (non si deve essere necessariamente attori per leggere ai propri figli), è assai meglio di qualsiasi carillon.
La lettura è melodia. Soprattutto per chi vive in città in mezzo ai rumori indiscriminati è importante trovare piccoli spazi di tempo per l’ascolto della musica e della voce umana.
Troppo spesso ho visto neonati costretti a dormire vicino alla televisione accesa “Così si abitua ai rumori” mi dicono; mi chiedo se tali adulti sarebbero disposti a respirare direttamente dal tubo di scappamento dell’auto per abituarsi ai nuovi livelli di smog ….
Il poeta Bruno Tognolini nella sua “Filastrocca del bambino futuro” invita gli adulti , con la delicatezza che gli è propria , a rispettare e a riconoscere la dignità del bambino.
Sono un bambino, sono il tuo dono
prima non c’ero e adesso ci sono
Sono il domani, dalle tue mani
devi difendermi con le tue mani
Sono il futuro, sono arrivato
e sono qui perché tu mi hai chiamato
Come sarà l’orizzonte che tracci
dipende da come mi abbracci.*
A livello sensoriale, la lettura gli offre numerosi sollecitazioni e sensazioni piacevoli:
- sonore: la voce dell’adulto, la sonorità e i ritmo e le pause del testo
- olfattive: il profumo della carta stampata e l’odore familiare di chi lo tiene in braccio,
- visive: i colori delle illustrazioni,
- tattili: la consistenza delle pagine liscia o dura o morbida dei libri in stoffa, plastica,cartone
- gustative: ( provate a non farglielo mettere in bocca!) tutto è un esperienza nuova per il neonato e il bambino.
Un umano che si affaccia alla porta della vita merita qualcosa in più del rumore di una televisione: una voce narrante che lo accompagni all’inizio del viaggio.
Dall’allattamento alla lettura
Secondo una mia personalissima teoria (non supportata da ricerche scientifiche né da studi clinici) la posizione della lettura con un bambino piccolo in braccio è il naturale proseguimento dell’allattamento .
Immaginiamo la posizione di una mamma seduta mentre allatta il figlio al seno o di un papà che gli dà il biberon in un clima tenero di contatto fisico e calore reciproco: il bambino è rilassato, sdraiato o semiseduto, abbracciato, il viso rivolto verso il torace dell’adulto; a volte smette di poppare e con lo sguardo si relaziona, cerca gli occhi di chi lo lo nutre, sorride, gorgoglia il suo indecifrabile messaggio e infine ricomincia la poppata.
Ora immaginiamo la posizione di un adulto che legge a un bambino molto piccolo, entro i due anni: il bambino è in braccio, a suo agio, comodo, volta la schiena all’adulto del quale sente la voce, l’odore e il battito del cuore, circondato e protetto da ambedue le braccia e dalle mani che tengono il libro proprio davanti al lui.
Il piccolo guarda, ascolta, tocca il libro, poi ogni tanto solleva lo sguardo e trova quello del genitore che fa capolino dietro di lui, indica col dito le figure, lancia il libro per terra, lo assaggia , ascolta la voce che legge, e ricomincia.
Quanto nutrimento nella stessa posizione!
“Alimenti” del corpo e dell’animo.
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